Giancarlo Siani tra i cronisti scalzi di Torre Annunziata. A cura di Titti D'Amelio
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By Iod
Titti D’Amelio. Giornalista e Insegnante di Torre Annunziata ci racconta con straordinarie parole, dal profumo poetico, cosa significa essere cronista scalzo oggi nella città che continua a dare voce a Giancarlo Siani con il primo Laboratorio di reading e di studio dei suoi scritti giornalistici, sostenuto dalla libreria Libertà e dalla Iod edizioni.
“Con i tacchi no. Si è facilmente relegati a un solo genere. Poi in verità non sono l'ideale per lunghi cammini. Sportive... comode certo, ma non sono adatte in tutte le occasioni.
Cronisti scalzi. Sì, ci siamo.
Perché per vivere in queste terre e fare il cronista i piedi devono sentire tutto: dai cocci disseminati per strada e che fanno sanguinare, all'erba fresca e al mare, che ogni cosa guariscono e fanno dimenticare tutto il male che c'è.
Scalzi, perché prima di parlare di qualcosa si osserva, senza far rumore. Si riflette.
Scalzi perché i passi devono farsi prima sostanza... Prima di un piede, solo un dito. E devono toccare piano e lievemente, senza giudizio.
Scalzi... Per non farti mai allontanare dalla realtà che hai da raccontare. In punta di piedi, per non farti perdere il gusto della meraviglia e della curiosità. Se c'è rumore, fuori e dentro di te, non senti nulla. Perdi di lucidità.
Cronisti scalzi... l'umiltà di capire realtà complesse e dolorose, con tenacia e coraggio.
Giancarlo Siani non doveva avere le scarpe. Nel suo lavoro osservava, domandava, entrava nei fatti con una semplicità disarmante. E ne scriveva con la stessa chiarezza, con la volontà intrinseca di ogni giornalista di farsi capire da tutti. Nessuna retorica né artificio grammaticale. Forse per questo Siani è diventato per molti Giancà, con la a accentata, uno di noi, uno di famiglia.
Diventato spesso una semplice bandiera, Giancarlo oggi vive una nuova rinascita. Passato il tempo dalla rabbia, distanti anni luce da quel periodo, terribile, che lo ha portato via dalla vita terrena, dopo quasi 40 anni dalla sua morte, Giancarlo è più vivo che mai. Sembra giunto il tempo del sano distacco dalle colpe che il popolo torrese ha voluto portare su di sé come richiesta di perdono per essere stato il luogo, forse, della nefasta cospirazione.
Di questa esigenza di riportare Siani in vita, senza clamore e vittimismo, si sono fatti carico la IOD edizioni, che ha curato, grazie a un lavoro di studio e ricerca, tutta la riedizione dei testi su Siani, compresa la raccolta completa degli articoli del giornalista e la libreria Libertà di Torre Annunziata, anima culturale sempre in fermento della comunità oplontina.
Dopo tanti anni, i cronisti torresi e non solo, sentono forte la volontà che Giancarlo torni tra noi, con la sua storia e il suo esempio di vita.
Un progetto possibile che coinvolgerà i futuri cittadini torresi, gli stessi che a fatica stanno ritornando tra i banchi di scuola, nonostante le mille difficoltà di una normalità che stenta a realizzarsi, e che toccano dunque con mano, fin da piccoli, le anomalie di un territorio in cui legalità e giustizia sono spesso parole prive di significato. Una vera sfida, che in nome di Giancarlo, può trovare un punto solido di partenza.
E allora tutti toglieremo le scarpe, e sentiremo sotto ai piedi i cocci lungo la strada, ma guarderemo negli occhi un bambino, e le ferite, non faranno più così male.”
CRONISTI SCALZI
Cronisti scalzi è una collana di libri dedicata alla memoria del giovane giornalista napoletano, Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985.
La collana ha l’ambizione di raccogliere le narrazioni dei giovani cronisti delle periferie e delle città, e di autorevoli voci del giornalismo d’inchiesta, impegnati a resistere allo strapotere delle mafie.
NELL'INFERNO DELLA CAMORRA DI PONTICELLI
Le pagine del libro di Luciana Esposito sono una narrazione fatta sul campo nell’inferno della camorra di Ponticelli, diventato quartiere simbolo di ogni città, rione, quartiere, piazza in cui vige la camorra. Le storie raccontate, e perfino la mimica di certi camorristi, sono identiche in ogni quartiere, come se si tramandassero attraverso una molecola specifica di Dna.
ROBERTA GATANI, CINQUANTASETTE GIORNI
In questo libro, Roberta Gatani, nipote di Paolo e Salvatore Borsellino, ripercorre ogni giorno trascorso tra il 23 maggio e il 19 luglio 1992, un tempo fittissimo di lavoro per il Giudice che, sapendo di avere le ore contate, mise in campo tutte le proprie forze per fare luce sulla strage di Capaci.
FRANCESCO DANDOLO, TRACCE
Le pagine di questo volume rappresentano una missione ambiziosa, un passaggio obbligato per evitare che la cronaca comprima – a volte rozzamente, più in generale in modo confuso – la questione “epocale” delle migrazioni del nostro tempo in una vuota ossessione.