Il romanzo di Gianlivio Fasciano La Promessa è con dignità una straordinaria opera della letteratura di comunità, dove i legami, le radici, le parole, sono segni in cui ogni lettore ha la possibilità di abitarci durante i magici momenti della lettura. La forza di questo romanzo è nelle parole che ci giungono da Patrizia Verrecchia.
“Mamma, scusami ma vado di corsa, sono impicciatissima, ma ti devo chiedere un favore. Ti ricordi Gianlivio di Mastrogiovanni? Giocavamo insieme qualche volta a Lagoni, d’estate, da ragazzi.”
“Certo che mi ricordo.”
“Mi ha chiamato C., Gianlivio ha scritto un libro, e non è neppure il primo. Il 6 Agosto sarà a Filignano per la presentazione. Adesso che lo sai sono sicura che te lo compri, ne prendi uno anche per me? Lo voglio regalare a B. per il suo compleanno. Ti mando il titolo via Whatsapp. Anzi te lo sto inviando mentre parlo. Ciao Ma! Grazie! sono davvero di corsa ci vediamo sabato.”
Ricordo bene Gianlivio. Aveva sempre l’aria di uno a cui non sfuggiva nulla di quello che gli accadeva intorno. Cosa che trovavo rara in un bambino di quella età. Sembrava anche consapevole di ogni suo movimento, cosa che gli dava un’eleganza naturale.
Sono andata subito al computer e ho digitato il titolo nello spazio di ricerca del mio ‘spacciatore di libri di fiducia’: ‘La Promessa. Un pastore, la guerra, un amore’ di Gianlivio Fasciano edizioni iod. Le due copie sono arrivate il giorno dopo e non ho neppure controllato il contenuto. Ho aperto il pacchetto il sabato e messo la mia copia sulla scrivania, insieme ai libri che avevo deciso di portare con me in vacanza. Quella sera, dopo la consegna del regalo, abbiamo ricordato, intorno al tavolo, tutti i bambini e le bambine con cui avevamo passato quelle vacanze felici a Lagoni.
La settimana dopo preparavo i bagagli. Dopo aver sistemato il computer, ma prima degli altri libri che avevo deciso di portare con me, afferro ‘La Promessa’ e velocemente volto le pagine,voglio leggere solo l’incipit. Quel primo paragrafo mi colpisce forte e mi lascia un’inquietante sensazione di straniamento. Mi rassicuro dicendomi che sono stanca e stressata, e che sarà tutta un’altra cosa dopo un po' di riposo. Non sapevo allora che il libro mi aveva già stregata.
In poche ore ho letto le prime duecento pagine e ci sono voluti poi quattro giorni per arrivare a pagina duecentosessantuno e trovare il coraggio di lasciar andare quella storia.
Dopo tanti libri letti, avevo finalmente tra le mani un libro che parlava della mia gente, e di quella terra da cui venivano i miei antenati e dove sapevo di avere le mie radici. Il Molise è una piccola regione schiva come i personaggi che vivono nelle pagine di ‘La Promessa’. Nessuno sapeva dove fosse e per buona parte della mia vita ho dovuto spiegare a lungo la sua collocazione. La storia raccontata da Gianlivio Fasciano è la nostra storia. La vita dura di pastori e muratori e le loro famiglie, destinati tutti,prima o poi, ad essere emigranti. Quando ero più giovane ricordo che i vecchi raccontavano queste storie intorno al fuoco, in ogni paese, frazione o masseria. Gianlivio Fasciano ha dato voce alla memoria storica di una regione, e ha ridato vita a dei personaggi autentici, che chiunque abbia passato del tempo in Molise, può aver incontrato. In ogni personaggio ho potuto rivedere i tratti di una persona conosciuta, i miei nonni, gli zii, i vicini di casa come anche le persone incontrate in giro per il mondo con cui ho parlato riconoscendoci nell’accento.
E poi c’è Romolo Di Meo. Ruvido, taciturno e indifeso. Lui è il nostro eroe e la nostra nemesi. Non rimpiangerò mai le lacrime versate per lui e per il dolore che la vita porta con se. Ho anche riso, forte ma da sola.