Così ama definirsi Mario Bruno Belsito. E in questa definizione c’è tutto l’impegno, la volontà di realizzazione e la serietà del progetto educativo, la valutazione dei risultati, al di là delle enfasi retoriche, della commozione di un solo giorno, dell’atto di presenza formale o istituzionale, a cui le pratiche antimafia susseguitesi nel tempo ci hanno spesso abituato. Un operaio, ovvero uno abituato a fare e non a parlare. A mettere insieme costruire mattone dopo mattone, con professionalità, cosciente che si tratta di un lavoro non a termine, che lo accompagnerà per tutta la vita. Con la differenza che un operaio lavora per guadagnare, Belsito ce ne mette sempre di tasca e il suo guadagno è dato solo dalla valutazione se il suo lavoro ha lasciato un segnale nello sviluppo della personalità dei propri discenti. Quasi sempre una traccia resta.